Questo articolo vuole evidenziare le ragioni per cui nei dislessici un problema della coordinazione binoculare delle saccadi può portare ad un prolungamento dei tempi di fissazione. Dopo una revisione della letteratura, si sofferma sugli studi condotti sui normolettori per evidenziare come la disparità dinamica delle vergenze sia alla base del prolungamento dei tempi di fissazione. Infine espone i risultati delle ricerche sulle abilità di coordinazione oculomotoria binoculare di lettura che confermano la presenza di un trend evolutivo differenziato per i bambini dislessici rispetto ai normolettori
In questo articolo si sottolinea l’importanza, per la lettura di normolettori e di soggetti con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), dello sviluppo dei movimenti oculari saccadici volontari, sia automatici che controllati. Attraverso l’esposizione delle attuali conoscenze riguardanti la rete neurale saccadica e il coordinamento occhio-testa, e mostrando i risultati dell’applicazione del paradigma dell’antisaccade a soggetti dislessici e a normolettori, si giunge a: 1) individuare nello sviluppo della componente volontaria controllata esplicita dell’attenzione un importante elemento per l’acquisizione delle abilità di lettura; 2) evidenziare l’asse volontario-riflesso come nuova diade di riferimento per la gestione optometrica del paziente con problemi di attenzione visuospaziale e/o oculomotori.
Dopo la pubblicazione degli articoli di Pavlidis (1981; 1983; 1985), i ricerca tori hanno concluso che era possibile escludere un’influenza dell’oculomotricità sulla performance di lettura del soggetto dislessico. Negli anni Ottanta, i suddetti studi sono stati però effettuati utilizzando strumenti che rilevavano i movimenti di un solo occhio. Questo articolo presenta una rassegna critica di studi recenti che fanno uso di tecniche binoculari di rilevazione dei movimenti oculari durante la lettura. L’autore vuole evidenziare l’influenza della binocularità e della Dispari tà Dinamica delle Vergenze (DDV) come fenomeno della coordinazione binoculare delle saccades sui tempi di lettura e, in particolare, sui tempi di fissazione. Sarà approfondita la scoperta, nel normolettore, della relazione diretta tra i tempi di fissazione e la durata dell’assestamento delle vergenze al termine della saccade. Data la consistente influenza dei tempi di fissazione sulla velocità di lettura, si considera quindi opportuno valutare le componenti binoculari dinamiche nell’am bito della valutazione generale del soggetto dislessico.
Relazione esemplificativa del rapporto tra durata di assestamento delle vergenze fusionali compensative della disparità di fissazione post-saccadica e durata della fissazione. Eseguita nel Simposio “Efficienza visiva e processi di letto-scrittura. Correlazione con i DSA” a cura di Daniele Rocco.
Confronto tra lettura naturale, con uso dei movimenti oculari, e, di contro, l'utilizzo di strumenti comunemente impiegati nella valutazione e/o trattamento dei DSA (Disturbi Specifici dell'Apprendimento): lettura di liste di parole (e/o pseudo-parole) e proiezioni tachistoscopiche della parola singola. Attraverso una rassegna della letteratura si dimostrano: la necessità di movimenti oculari per la lettura efficiente, i limiti dei paradigmi della singola parola e le nuove prospettive aperte dalla ricerca con i sistemi di analisi dei movimenti oculari. Proponiamo nuove ipotesi di span percettivo dinamico e di affollamento del DOVE (contrapposto all'affollamento del COSA). Si evidenzia così la necessità di un approccio allo studio della lettura più ecologico e fondato sulle modalità di acquisizione del testo dal soggetto adulto normale.
In Italia il disturbo specifico dell’apprendimento è riconosciuto a livello legislativo, con consolidate indicazioni didattiche e metodologiche per favorire l’inclusione e il successo formativo. La scuola ha iniziato ad interessarsi dei bambini plusdotati, ma poco si conosce dei bambini doppiamente eccezionali (”twice exceptional”), per i quali anche all’estero non c’è una definizione condivisa; il loro riconoscimento è difficile (Ruban, 2010), richiedono interventi educativi speciali (Nielsen, 2002). La giftedness può infatti mascherare un DSA nello stesso modo in cui il disturbo di apprendimento può mascherare la giftedness (Bees, 2009). Le loro difficoltà riguardano le capacità automatiche come la velocità grafo- motoria, lo scannering percettivo, i processi sequenziali, l’organizzazione e lo studio (Burton, Sternes, 1989, Beckley, 1998). Questi aspetti richiedono una diagnosi clinica in grado di evidenziare il particolare funzionamento neuropsicologico del soggetto gifted che, con le specifiche difficoltà, vive anche un disagio prestazionale caratterizzato da grande sofferenza emotiva, crollo dell'autostima e rischio psicopatologico (Beckley, 1998). Al fine di evidenziare queste problematiche presentiamo lo studio di un caso singolo.
Un modello mirato agli apprendimenti degli aspetti funzionali (Fissazione; Accomodazione; Coordinazione Bnoculare; pursuit e saccadi) ispirato alla Vision Therapy americana.